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" (...) Femminismo intersezionale e antirazzismo questi i due aspetti centrali del pensiero e delle pratiche di lotta di Angela Davis. Con una consapevolezza di fondo: è il capitalismo, in quanto sistema economico che trae la sua forza dallo sfruttamento di forza-lavoro ampiamente sottopagata, a determinare disuguaglianza ed oppressione. Scrive in La libertà è una lotta costante (Ponte alle Grazie, Milano, 2018:) «Non bastava rivendicare i diritti legali nella società per come si presentava, ma occorreva esigere diritti sostanziali – lavoro, case, assistenza sanitaria, istruzione, eccetera – e contestare la struttura stessa della società». «Il femminismo implica molto di più che non la sola uguaglianza di genere. […] Deve implicare una coscienza riguardo al capitalismo, al razzismo, al colonialismo, ai postcolonialismi e all’abilità, e una quantità di generi più grande di quanto possiamo immaginare, e così tanti nomi per la sessualità che mai avremmo pensato di poter annoverare. (...)"
Immagine dalla rete.
"Il cosiddetto “Black Feminism” (“Femminismo nero”) è una corrente di pensiero e di lotta sorta, negli Stati Uniti, nella seconda metà degli anni ’60 del secolo scorso. Una corrente che seppe farsi movimento e pratica di lotta per portare la voce e l’esperienza di vita delle donne nere dentro le lotte per l’emancipazione che in quegli anni esplosero non solo negli USA. Fare sentire la propria voce e denunciare le specifiche forme di sfruttamento non è mai stato facile per le donne nere, oggetto di un’esclusione che riguardava non solo i “fratelli neri” ma altresì le donne bianche.(....)"
"(...)Un femminismo veramente scomodo non è quello che evidenzia atteggiamenti concreti ma quello che comporta una minaccia ai pilastri su cui è costruita la disuguaglianza. Un femminismo scomodo parla della situazione di coloro che hanno più difficoltà e non quello che serve per migliorare la posizione di alcune donne della classe media. Un femminismo scomodo è quello che lotta contro la legge sull’immigrazione e le morti alla frontiera, che si oppone all’aumento delle spese militari, che si organizza nei posti di lavoro, che ferma gli sfratti, che collega le lotte, che non si disinteressa di come vive la gente. Forse però codificare il problema come una guerra tra i sessi è più facile ed è socialmente più remunerativo."
Immagine : dipinto di Jeanne Mammen.
"Lorena Hickok, New York 1932: «Vivevo in un piccolo appartamento con una minuscola finestra e il bagno in fondo al corridoio. […] I miei amici erano cronisti, le mie amiche erano spesso correttrici di bozze (molto acute, molto dolci), e io ero quel che chiamavano una newspaperwoman. Leggevano i miei pezzi e tutti sapevano che io di matrimoni non mi occupavo.» ( Amy Bloom, Due donne alla Casa Bianca, Fazi 2019, p. 39).(...)"
Un articolo da leggere.
Immagine dipinto di Lisandro Rota.
"La storia del diritto al voto per le donne e la sua lenta applicazione nelle diverse parti del mondo conferma, a mio avviso, quanto il diritto di voto sia uno dei diritti fondamentali per garantire l’emancipazione e la libertà delle donne. Un diritto che è stato frutto di lotte, conflitti e rivoluzioni."
" (...) La dualità del pensiero cartesiano occidentale ha costruito una serie di binomi che producono dominanti e dominati e rafforzano i sistemi di potere esistenti: uomo/donna, bianco/nero, ricco/povero, centro/periferia, normalità/anormalità. Cosa mette in luce il pensiero decoloniale?(...)"
" (...) Avere consapevolezza di quanto non solo il razzismo ma gli strascichi ancora esistenti di colonialismo agiscano concretamente per escludere e sottomettere donne- ed uomini- migranti, potrebbe divenire il punto di partenza per costruire nuove alleanze transnazionali. A questo proposito Françoise Vergès elabora la proposta di “femminismo decoloniale”, un femminismo indocile e di resistenza. Un femminismo capace di tenere insieme le lotte, iniziate da secoli, dalle donne ritenute "secondo sesso", con quelle degli indigeni autoctoni, degli schiavi, dalla comunità LGBTQI+ e da tutti gli altri emarginati dalla società patriarcale, borghese, capitalista. L’unità delle lotte per affermare il diritto ad esistere.(...)"
L’articolo è pubblicato nella Rubrica "Intersezioni femministe", curata da Paola Guazzo e Nicoletta Pirotta, di Transform!Italia.
" (...) A seguito della distruzione da parte di Israele del 75% delle case nella Striscia di Gaza, i rifugi si trovano ad affrontare una crisi ogni giorno più grave a causa del gran numero di sfollati. (...)"
"L’Inail ha riconosciuto la malattia da stress da lavoro correlato a una commessa di Mondo Convenienza, dove tutto viene fatto per misurare meriti e carenze. E i diritti diventano i premi della gara interna a chi produce di più." (...)
"Cosa vuol dire essere un uomo? Come si (de)costruisce la propria mascolinità e quella altrui? Che rapporto c’è tra genere e violenza? Cosa si guadagna, e cosa si perde, a essere uomini diversamente? (...)"
Il link per leggere l’articolo.
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