La stessa cosa è successa alle lavoratrici della Perla, che ora ha trasferito la produzione in Cina, della Mandarina Duck, ecc. Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni positivi hola netta impressione che quest’anno e i prossimi a venire saranno davverodisastrosi per l’Italia. Amiche e amici, vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che stasuccedendo in questi giorni a Faenza, più o meno nell’indifferenza generale. Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per mancanzadi lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazioneall’estero della produzione per maggiori guadagni. Il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso dispostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente la manodopera,l’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi. Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e nonpiù giovanissime, a rimanere senza lavoro. Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fattopoco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovaresoluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spenderefiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare. Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, alfreddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire iltrasferimento dei macchinari, (tentativo documentato anche da Striscia laNotizia sabato scorso, ma ad onor del vero il servizio è stato brevissimo epiuttosto superficiale). Trovo sempre più allucinante che in Italia non esistano leggi che possanoproteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito dalasciare in mezzo a una strada non appena si profili all’orizzontel’eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro, boicottando i marchi - Philippe Matignon - Sisi - Omsa - Golden Lady HueDonna - Hue Uomo - Saltallegro - Saltallegro Bebè - Serenella – e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro per non alimentare l’indifferenza. Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.
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