"Perché io decido" "Perquè jo decideixo" "Perque eu decido" "Porque yo decido" "Par ce que je decide" "Because it’s my choice"
In Spagna le donne si sono mobilitate per impedire l’approvazione di un disegno di legge in materia di aborto che rimette in causa il loro diritto a decidere sul proprio corpo ma l’attacco alle legislazioni relative all’interruzione volontaria della gravidanza è un fatto che riguarda tutti i paesi europei.
Giova ricordare che la lobby fondamentalista e sessista dei sedicenti “movimenti per la vita” (una lobby che ha molta influenza sulla politica) sta raccogliendo adesioni (siamo già a quota 2 milioni di firme) sotto un appello che chiede l’abolizione delle leggi che consentono l’aborto assistito nelle strutture pubbliche.
Anche in Italia la situazione preoccupa non poco.
La legge 194/78 , che riguarda il diritto delle donne all’interruzione volontaria della gravidanza, è continuamente rimessa in discussione da coloro i quali non si rassegnano all’idea che le donne abbiano sul loro corpo la prima parola e l’ultima. Soprattutto non viene applicata come dovrebbe a causa del dilagare dell’obiezione di coscienza che fa sì che in moltissime strutture sanitarie pubbliche (con percentuali vicine all’80%!) l’interruzione volontaria della gravidanza non venga garantita. Per non parlare della lenta sparizione dei Consultori pubblici che avrebbero dovuto garantire prevenzione e percorsi di educazione ad una sessualità consapevole.
E’ bene ricordare che grazie alla 194/78 le donne non muoiono praticamente più di aborto clandestino e che , dagli anno ’80, il numero di aborti si è ridotto di oltre la metà.
Le politiche di austerità imposte in tutta Europa aggravano ulteriormente la situazione perché hanno come effetto immediato la dissoluzione di ciò che resta dello stato sociale mettendo a rischio in questo modo il diritto universale alla salute e di conseguenza il diritto all’utoderminazione di tutti ma soprattutto delle donne.
Per queste ragioni come IFE Italia/FAE in occasione dell’8 marzo 2014 ed in solidarietà con le donne greche affermiamo con convinzione il nostro diritto all’autodeterminazione ed alla salute.
Perché “io decido”, “io sono mia” e voglio avere sul mio corpo e sulla mia vita “la prima parola e l’ultima”
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