SI CHIAMAVA ADRIANA
Errava sul ciglio di profondità teologiche.
Catturata da belle visioni
si avviò, come estasiata,
verso la sublime corrispondenza con l’inesplorata quiete.
Curiosi incontri e guizzi di vita dagli ingenui ardori.
Corse nell’orbita del movimento
che contrasta le ingiustizie
e di nuovo la pace della campagna piemontese.
Seguì la direzione
come lo scorrere calmo di piccola roggia
verso una spossata sorte.
La caduta…
E l’odore di terra bagnata coprì ogni ricordo d’intatti amori.
Lo splendore - mai offuscato dalle ombre di questo misero “reale” -
riemerge,
l’essenza pregna del suo silenzio
prelude la nascita di una narrazione nuova.
Leda Luna
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