perché consideriamo insopportabile che i soggetti che hanno determinato , con le loro scelte economiche, sociali e politiche, impoverimento e diseguaglianza ora si mettano in cattedra e impongano le ricette per uscire dal disastro che loro stessi hanno creato.
Lo faremo a partire da noi stesse, dai nostri diritti, bisogni, desideri, sogni.
Il sistema neoliberista, attraverso il processo di femminilizzazione del lavoro (insieme a quello della clandestinizzazione delle vite di chi lavora ), ha esponenzialmente aumentato la manodopera femminile con lo scopo di precarizzare il lavoro ed i suoi diritti attraverso la generalizzazione delle modalità di ingresso al lavoro storicamente destinate alle donne perché ritenute da sempre manodopera di riserva : flessibilità, tempo determinato, part-time, bassi salari, diritti precari.
Non capire o non tenere in considerazione questo dato significa negarsi la possibilità di comprendere la natura dei sistemi di potere che governano il mondo. Sistemi di potere che hanno teso a svilire il principio di eguaglianza e a rendere debole la democrazia per enfatizzare la dimensione privata. Ma quello di oggi è un privato svuotato dalla dimensione conflittuale che seppe assumere negli anni ’70 grazie alla rivoluzionaria intuizione del movimento delle donne (“il personale è politico”) che genera solitudine, frammentazione, esclusione, chiusura, paura. Un terreno fertile per la riproposizione di un ’”ordine simbolico” di natura patriarcale che rinvigorisce i più “tradizionali” stereotipi femminili. A tutto danno del principio di laicità.
Non è un caso che il principio di eguaglianza ( inteso non come desiderio di omologazione ma, al contrario, come processo di sovvertimento delle cause che hanno determinato le ineguaglianze) e quello di laicità (intesa non come acritico multiculturalismo o come “semplice” separazione fra Stato e Chiesa ma come rivoluzionario principio di autogoverno di si stesse/i) hanno subito pesanti arretramenti.
Eguaglianza, laicità, libertà, democrazia e pace sono per noi principi irrinunciabili e sono le parole con cui provare a ricostruire un orizzonte, di senso e di lotta, nel quale poterci riconoscere. Per questi principi e con queste parole parteciperemo alle mobilitazioni del 15 ottobre.
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