Ma questa non è l’Europa che vogliamo!
Un’astensione record del 56,45% - più del 70% in ben 5 dei paesi nuovi membri – in costante aumento se teniamo conto che nel 2004 fu del 54,7% e nel 1999 del 37%. Un dato che dimostra il rifiuto o il distacco dalla politica di milioni di donne e uomini dei 27 Paesi che compongono l’Unione Europea. E dimostra anche l’assenza di unità fra coloro che propongono un’Europa differente. Il quadro politico che ne emerge è desolante: la socialdemocrazia , che pure ha sostenuto le politiche europee della maggioranza che ha governato in questi anni l’Unione, perde significativamente , la destra vince e si rafforza ovunque ( anche l’estrema destra), la sinistra è sempre più fragile. L’Italia conferma questa situazione con due aspetti, se possibili, peggiori: da noi l’estrema destra razzista e xenofoba (stiamo parlando della Lega) non solo si rafforza e allarga la propria influenza anche sotto il Po’ ma è addirittura al governo del Paese e di numerose Amministrazioni Locali. Mentre le Sinistre non riescono ad eleggere nessuna rappresentanza italiana al Parlamento Europeo, dopo essere state escluse da quello nazionale. Sono risultati negativi per la democrazia ed i diritti delle donne. Non vi sarà nessuna possibilità di rottura con le scelte dell’Europa attuale, fortemente segnata dall’impronta capitalista e patriarcale. Un’impronta che farà sentire il proprio peso sulle nostre vite: maggior disoccupazione, aumento della precarietà, aumento delle discriminazione e dello sfruttamento, più armi e meno libertà! I milioni di donne che vivono in Europa saranno le prime a pagare le conseguenze di tale situazione. Mentre si consolida il peso delle forze religiose ultra conservatrici che mirano a restringere, quando non a cancellare, i diritti delle donne, le loro libertà, la loro integrità fisica e psicologica. Nell’Italia delle recenti inchieste che riguardano i vizi pubblici e privati del capo del governo, l’immagine femminile viene quotidianamente violentata ed offesa mentre in un’assordante silenzio si stanno riaffermando stereotipi che ci illudevamo superati: donne come “corpi da utilizzare” o “oggetti del desiderio maschile”
Opporremo a tutto ciò la nostra resistenza, la forza delle nostre convinzioni e l’allegria dei nostri desideri: senza la garanzia dei diritti delle donne non c’è futuro per l’Europa! Pensiamo che sia urgente costruire relazioni ed aumentare i rapporti con tutte le femministe europee per favorirne la convergenza su impegni comuni, per svilupparne la cooperazione, per far conoscere le nostre analisi e far sentire la nostra voce. Vogliamo allargare la nostra campagna “Donne per un’Europa laica”. Continueremo a raccogliere le firme a sostegno dell’appello per il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, alla contraccezione, all’educazione sessuale e sentimentale. Ancor più di prima ci impegneremo per armonizzare la legislazione in materia di diritti delle donne in modo da estenderli, attraverso l’applicazione delle leggi più avanzate e garantirne in ogni Paese rispetto ed esigibilità. In Italia svilupperemo il nostro progetto di “Educazione popolare femminista”.
Domandiamo uguaglianza, pace, giustizia sociale e democrazia, con la consapevolezza che queste domande, oggi, rimettono in discussione le fondamenta stesse dell’odierna Europa.
IFE (INIZIATIVA FEMMINISTA EUROPEA) ITALIA
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