Il Giardino dei Ciliegi, un luogo storico per il femminismo italiano e non solo, ha ospitato l111 novembre iniziative femministe molto partecipate, nel quadro del ventennale del Forum Sociale Europeo tenutosi nel 2002 a Firenze. Con il Giardino hanno lavorato il gruppo FEMM della Società della Cura e Libere Tutte, in collaborazione con COSPE. Il programma completo dell’Assemblea femminista internazionale è allegato.
Viviamo in tempi difficili, dove si intrecciano dubbi e paure, in uno scenario internazionale minaccioso. Non davamo per scontata la partecipazione di tante donne. E invece la sala si è riempita e ha con attenzione e partecipazione seguito tutti gli interventi, che ci hanno dato emozioni e occasioni di conoscenza, sostituendo alle iniziali preoccupazioni la soddisfazione. Il femminismo, ancora una volta, si è rivelato capace di uno sguardo e di una visione delmondo, per tutta l’umanità, viva e non rassegnata.
Nelle prima delle due sessioni si è parlato di "Resistenze a guerre occupazioni regimi. Ilcoraggio delle donne" In apertura, grazie a Raffaella Chiodo, giornalista femminista impegnata nel campo della solidarietà e cooperazione internazionale e osservatrice nei processi di pace e democratizzazione ed elettorali in diverse parti del mondo, abbiamo ascoltato le voci registrate, hanno chiesto di non essere mostrate per motivi di sicurezza, di due donne ucraine e di una russa. Voci emozionanti, che evocano il sogno di un futuro senza guerra. Con dolore e rabbia per le tante vittime, nelle parole delle ucraine, con la speranza alimentata dai giovani che si oppongono alla guerra nelle parole della russa. E poi le giovani donne di Afghanistan, Iraq, Libia, Palestina, Kurdistan, Siria che hanno sperimentato, e sperimentano, guerre, regimi, occupazione che provocano i drammatici effetti delle migrazioni. Ma tutte, con il grande coraggio di non rassegnarsi.
Nella seconda sessione su "Il prezzo di guerre e armi. Le lotte per i diritti - Il valore del lavoro, ambiente/clima, salute riproduttiva, razzismo, sessismo, omofobia e transfobia, migrazioni, violenza contro le donne"gli interventi, europei ed italiani, hanno squadernato gli aspetti di regressione politica e culturale sui diritti, del lavoro, sociali e civili. Da Grecia, Spagna e Germania, è stato ripreso il tema della guerra e del bellicismo dei media che annulla le donne (Spagna), la denuncia del militarismo estremo (Germania) e il dramma delle migrazioni (Grecia). Mentre gli interventi italiani hanno riguardato il lavoro, l’ambiente, l’intreccio fra razzismo ed il sessismo, l’avanzata delle destre ed i rischi per il diritto delle donne all’autodeterminazione, in particolare sulla salute riproduttiva.
Le ultime tre ore sono state occupate dal seminario europeo organizzato da Cospe e Casa delle Donne di Pisa. Si è analizzato e discusso, in una sala attenta e partecipe, le prospettive riguardo a "Violenza contro le donne, discriminazioni e stereotipi di genere, diritti delle persone lgbtiqa+" con interventi (in presenza e da remoto) di Cipro, Lituania, Romania, Italia.
La giornata è stata attraversata da alcuni temi di fondo:
L’Europa sembra attenta oggi solo alla guerra Russia-Ucraina, la seconda nel nostro continente, dopo quella dei Balcani. E vi contribuisce inviando armi all’Ucraina, anziché opporsi cercandone la fine e la pace. Sembra dimenticare che il mondo è pieno di guerre, che producono vittime e distruzione, con pesanti coinvolgimenti e responsabilità dell’Europa stessa e dell’Occidente tutto. Altrettanto avviene per le occupazioni coloniali, che costringono e imprigionano intere popolazioni, in una vita in cui è difficile immaginare un futuro migliore e per quei regimi che fanno del corpo delle donne e delle diverse soggettività il centro della loro repressione. Dal Medio Oriente in particolare hanno sottolineato che la solidarietà fatta di social o hashtag non basta. Una forma di solidarietà concreta è stata agita dalla "Carovana di genere", organizzata dall’Associazione Orlando e dal MIT di Bologna, che ha portato in Ucraina alcuni medicinali e materiali sanitari utili alle donne e alle persone trans. Materiali specifici che nessuno prima aveva provveduto a raccogliere.
Le tante donne intervenute, ci hanno mostrato la necessità di comprendere le cause delle diverse guerre, di conoscere meglio i popoli coinvolti, e, soprattutto, di liberarci dalle scorie di un colonialismo duro a morire;
tutte le guerre sono frutto di un "dominio patriarcale" che si fonda, quasi sempre, sulla difesa della patria "indistinguibile viluppo di padre e madre insieme". Per la cultura patriarcale è insopportabile l’ idea della coesistenza di forme di società capaci di includere al proprio interno le mille sfumature che la storia ha creato. Più "facile" scegliere,come strumento di risoluzione dei conflittistrumento di risoluzione dei conflitti, la guerra con tutti gli elementi più primitivi legati al sangue, alla distruzione del nemico, al possesso e al potere, e in cui lo stesso corpo delle donne diventa campo di battaglia. Le donne, consapevoli di sé e dei propri diritti, hanno il coraggio di resistere e di lottare, anche sottraendosi ai contesti bellici, per un modello di società, e quindi di relazioni umane, non più fondato sulla violenza, sull’oppressione e sullo sfruttamento;
per capire la realtà e agire di conseguenza, è utile la chiave di lettura dell’intersezione, come invita a fare, attingendo dalle elaborazioni di alcune teoriche, la nuova ondata femminista, e transfemminista riapparsa da qualche anno sulla scena politica, in Italia e in altre parti del mondo. Questo vuol dire cogliere gli intrecci fra le diverse forme di sfruttamento, fondate sulla "classe", sulla "razza"; e sul "genere" e quindi le soggettività in gioco e i rapporti di potere che su di esse agiscono. Le diverse forme di sfruttamento intersecano gli attacchi ai diritti del lavoro, all’ambiente ed al territorio in nome del profitto. Patriarcato, capitalismo e colonialismo si combinano, dando luogo ad esclusioni e gerarchie, crescita della disuguaglianza e della frammentazione. Solo un pensiero e una pratica che riconoscano la complessità del reale e gli elementi di intersezione che la compongono possono ricostruire, oggi, una visione del mondo alternativa a quella capitalista e patriarcale;
gli interventi europei, in particolare, hanno messo in luce il pericoloso avanzare di una destra razzista, sessista ed omofoba, che in Italia è addirittura arrivata al potere con un corpo di donna. Una destra che tenta di far dimenticare il passato violento da cui proviene e di proporre una narrazione che dà risposte semplicistiche alle inquietudini, alle incertezze ed alle paure che la precarietà dell’oggi e del futuro alimenta."Dio, patria, famiglia" restano i capisaldi della sua ideologia, conditi nella salsa moderna, ma non troppo, di un nuovo "ordine". Sul piano economico questa destra non cambierà nulla o quasi rispetto ai dogmi del liberismo, mentre ha già cominciato ad agire pesantemente, contro l’autodeterminazione delle donne, i diritti democratici e le persone migranti. Chiusura dei confini e respingimenti di chi cerca una vita migliore, rimessa in discussione dei diritti ottenuti dalle donne sulla salute riproduttiva e la loro libertà di scelta; propaganda rigorosamente etero sessista per convincere sulla pericolosità delle "devianze".
A tutto questo le donne intendono rispondere aprendo conflitti e lottando e promuovendo convergenza fra le varie soggettività in lotta per un diverso modo di stare al mondo. Il prossimo appuntamento saranno le manifestazioni del 26 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. Il movimento femminista di "Non Una Di Meno", in Italia, ha lanciato un appello per invitare tutte e tutti a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma. "Sarà una manifestazione segnata dai temi centrali oggi, come la forte opposizione alla guerra e alle guerre che si combattono nel mondo sui corpi e sui territori, all’interno di una cornice comunicativa e politica che indica in alcuni slogan, come “risale la marea”, “sorella io ti credo” e “donna vita libertà”, le voci di chi si sta battendo contro le oppressioni nei rispettivi Paesi, e le voci delle donne non credute nei tribunali che subiscono quindi una doppia violenza" Sarà importante esserci.
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