La Conferenza Europea “Femministe per un’Europa laica” è andata oltre le migliori aspettative. Quasi 100 donne provenienti da moltissimi pesei d’Europa ( Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Olanda, Croazia, Bulgaria, Polonia, Belgio, Germania, Romania, Grecia), dal Medio Oriente (Libano, Giordania, Siria) e da qualche paese africano (Algeria, Sudan) hanno riempito le stanze ed il giardino della Casa internazionale delle donne di Roma, sabato 31 maggio e domenica 1 giugno 2008.
La Conferenza è stata organizzata dall’ IFE (Iniziative femminista europea) in partenariato , per quanto riguarda l’Italia, con La Rete Femminista Europea e la Sinistra Europea.
Gli assi di ragionamento su cui ci si è confrontate intensamente sono stati sostanzialmente i seguenti :
a)l’intreccio fra globalizzazione liberista e sistema patriarcale nella costante decostruzione dei diritti sociali ed individuali in particolare delle donne; b)il riaffermarsi dentro un tale contesto degli integralismi religiosi (in particolare delle tre religioni monoteiste) ,delle gerarchie ecclesiali e delle lobbyes conservatori con l’evidente rimessa in discussione in Europa del carattere laico degli Stati; c)a seguito di tutto ciò la sempre maggior evidenza degli attacchi al sistema delle democrazie presenti in Europa
Per consentire una discussione organica la Conferenza è stata suddivisa in sessioni: la definizione del problema; la lettura dell’esistente con la presentazione della situazione dei differenti paesi e dei risultati del questionario europeo sulla laicità ; l’esposizione di esperienze e pratiche di resistenza ; le prospettive sociali e politiche del lavoro di IFE e delle reti femministe europee.
La discussione ed il confronto hanno consentito di 1)confermare l’analisi relativa all’intreccio fra neoliberismo, patriarcato e riaffermazione degli integralismi religiosi; 2)registrare le differenze di situazioni materiali e simboliche nei differenti paesi insieme alla sostanziale somiglianza degli attacchi alla libertà e all’autodeterminazione delle donne; 3)individuare alcuni specifici temi su cui è forte l’offensiva ecclesiastica e conservatrice ( il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, l’orientamento sessuale, il controllo della scuola pubblica, il codice di famiglia,…); 4)ridefinire sulla base dei punti precedenti la nostra azione concreta.
Proposte femministe per un’Europa laica
In questa Europa ultraliberale e clericale nella quale il sistema dominante afferma il proprio potere economico,sociale e politico anche grazie all’appoggio delle gerarchie religiose le donne vivono una condizione di forte precarietà . Nella sfera pubblica così come in quella privata.
Per questo, oggi più che mai, noi, donne europee, dobbiamo unirci per dire STOP e per farci ascoltare!
Le gerarchie religiose così come le correnti e le organizzazioni , politiche e religiose, di stampo fondamentalista hanno lanciato un’offensiva senza precedenti contro i diritti fondamentali delle donne, ottenuti grazie ad importanti lotte collettive. Negli ultimi due anni questa offensiva ha avuto un’ampiezza considerevole. Pensiamo agli attacchi alle leggi sull’interruzzione volontaria di gravidanza, alle massicce campagne pubblicitarie tese a denigrare ed offendere l’immagine femminile, all’indottrinamento dei giovani all’interno dell’insegnamento religioso, all’ostentata compiacenza nei confronti dei reati sessuali contro le donne, alla messa in discussione del principio di laicità.
Per questo la nostra risposta politica al fondamentalismo ed al clericalismo è semplice e chiara : affermare i diritti delle donne in un’Europa laica!
L’ IFE (Iniziativa Femminista Europea) ha analizzato l’influenza materiale delle strutture e delle ideologie religiose sulla vita delle donne , nei differenti paesi, attraverso un questionario che ha consentito di definire i significati condivisi di laicità in modo da metterli, concretamente in pratica.
La Conferenza “Femministe per un’Europa laica” , del 31 maggio e 1° giugno 2008 a Roma, ha sviluppato i contenuti emersi dal questionario arricchendoli con le analisi e le testimonianze delle partecipanti. Queste le esigenze condivise:
·Va garantita la separazione fra lo Stato e le strutture religiose che non devono assolutamente intervenire nella sfera politica . Tali strutture devono essere finanziate nello stesso modo con cui ricevono finanziamenti le associazioni di varia natura: ·Nessuna religione dovrà essere considerata “relione di Stato” né dovranno essere previsti finanziamenti statali per il sostegno di strutture religiose. La libertà religiosa e il rispetto delle differenti culture non possono in nessun modo essere usate come pretesto per giustificare violazioni dei diritti delle donne; ·i diritti civili e i codici di famiglia non dovranno condizionati da qualsiasi riferimento religioso. Nessuna legge dello Stato , in nessun luogo potrà fondarsi su principi religiosi; ·gli Stati non devono riconoscere i codici di famiglia stranieri e le leggi relative allo status di persona fondati su principi religiosi e/o ideologici che violano i diritti delle donne. L’applicazione di tali codici e leggi non può essere permessa né tollerata sul territorio dei differenti paesi che potranno rinegoziare, se necessario, i trattati bilaterali nei confronti di quei paesi in cui siano in vigore norme offensive dei diritti delle donne; ·il matrimonio civile e il divorzio devono essere considerati come la norma, in tutta Europa, mentre deve essere garantita una legge antidiscriminatoria nei confronti delle cosiddette “coppie di fatto”, sia esse etero, lesbiche od omosessuali; ·nelle scuole pubbliche non dovrà essere previsto l’insegnamento religioso. Al contrario la storia deelle religioni dovrà essere inserito nel corso di storia e sotto il controllo dello Stato; ·vanno fortemente contrastati : il sessismo e l’inferiorizzazione delle donne, l’incitamento all’odio ed alla sottomissione femminiule, la propaganda contro la contraccezzione e l’aborto, Allo stesso modo vanno ostacolati il razzismo e l’omofobia anche attraverso leggi che puniscano atteggiamenti antisessisti; ·il nostro corpo ci appartiene! Abbiamo diritto ad una contraccezzione ed ad un’interruzione volontaria di gravidanza liberi e gratuiti in tutta Europa. Tutte le leggi di ispirazione religiosa che criminalizzano le pratiche abortive devono essere immediatamente abalite. Il diritto alla contraccezzione, all’interruzzione volontaria di gravidanza e ad una educazione sessuale laica devono essere garantite dall’Unione Europea in quanto diritti fondamentali; ·l’educazione antisessista e lquella all’uguaglianza devono far parte dell’insegnamento pubblico, in ogni scuola di ogni ordine e grado a partire dall’asilo nido e dalla scuola per l’infanzia; ·le istituzioni religiose internazionali dovranno sottostare alle leggi in materia di diritti civili nei paesi dove esse sono attive. Nel contempo va eliminata ogni forma di privilegio nei loro confronti, sia a livello di Unione Europea, che di ONU. Nello specifico il Vaticano non può continuare a beneficiare, nei contesti citati, dello statuto di “Stato” ma essere considerato una ONG con potere consultivo; ·le differenti Chiese e religioni dovranno constituirsi in Associazioni Culturali e democratizzare il loro funzionamento attraverso elezioni democratiche dei loro membri.Il funzionamento di queste strutture deve rispettare i diritti fondamentali delle e dei cittadini. Conseguentemente le strutture non potranno negare l’accesso ai livelli direttivi a nessuna categoria della popolazione e non potrà diffondere ideologie sessiste, omofobe e razziste.
Su questa comune base politica si propone una grande “campagna per la laicità in Europa” declinata in quattro tappe:
1.ampliamento del gruppo di lavoro sulla laicità. Il gruppo dovrà studiare le differenti osservazioni e i differenti emendamenti e farne una sintesi condivisa*; 2.promozione di una campagna di informazione sulle nostre “proposte femministe per un’Europa laica” nei differenti paesi e a livello sociale, politico, istituzionale; 3.organizzazione di un incontro a favore della laicità a Bruxelles nel 2009 nella prospettiva delle elezioni europee; 4.l’inserimento delle nostre proposte nei programmi elettorali
ife@efi-europa.org Maggio, giugno 2008
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