Dopo sette anni e mezzo di intensa attività durante i quali ha curato gratuitamente migliaia di persone escluse dal Sistema Sanitario Nazionale, diventando un esempio di eccellenza di solidarietà auto-organizzata conosciuto in tutto il mondo, l’Ambulatorio Medico Sociale Metropolitano di Ellinikò (comune della “grande Atene”) rischia di essere sgomberato e di chiudere.
«Il 31 maggio l’agenzia parastatale Ellinikò S.A., l’ente pubblico proprietario dell’area dell’omonimo ex aeroporto di Atene su cui si trova anche la nostra sede (una base americana abbandonata da molti anni), ci ha notificato la richiesta di “liberare” gli spazi entro il 30 giugno», racconta infatti Yorgos Vichas, cardiologo ideatore e co-fondatore dell’Ambulatorio. La richiesta è stata inviata per conoscenza anche a diversi esponenti di primo piano del governo greco (tra cui il Ministro delle Finanze Euclides Tsakalotos e il Ministro di Stato Alekos Flabouraris), nonché al Fondo per lo Sviluppo delle Proprietà della Repubblica Greca (HRADF, o – in greco – TAIPED), l’ente che gestisce tutte le privatizzazioni imposte dalla Troika al Paese.
E proprio alla privatizzazione dell’area dell’ex aeroporto di Atene, spiega Vichas, è connessa la richiesta di sgombero, poiché «l’evacuazione del nostro edificio (come quella di tutti gli altri presenti sul suo terreno), consentirà a Ellinikò S.A. di consegnare l’area al suo acquirente». Gli oltre seicento ettari che la compongono, infatti, sono stati assegnati nel 2014 da HRDAF a LAMDA Development (società del potente e controverso Gruppo Latsis) attraverso una “gara” molto contestata, dato che LAMDA era stata l’unica “concorrente” a parteciparvi.
Quello che la società definisce “il più grande investimento privato di sempre, in Grecia”, secondo chi vi si oppone da anni (tra cui, prima della “capitolazione” del luglio 2015, la stessa Syriza) è in realtà “la più grande speculazione immobiliare in corso nel Paese, e una delle più importanti anche a livello europeo. Una svendita scandalosa”, sostengono i comitati, gli esperti e i cittadini che stanno ancora lottando per impedirla, “dato che il prezzo d’acquisto stabilito corrisponde a un terzo del valore effettivo. E un’operazione che farà di quel che doveva essere un parco pubblico metropolitano – un bene comune – un’area commerciale, con tanto di Casinò, marina privata, Mall, e di residenze per ricchi, stranieri e “locali”. La contrattazione condotta dal governo Syriza-ANEL, infatti, tesa peraltro solo a modificare il progetto iniziale di LAMDA (e non, come si sarebbe dovuto, a cancellarlo), ha prodotto nella sostanza risultati del tutto insoddisfacenti”.
“La nostra ‘morte improvvisa’: è questo che vogliono?”
«Che prima o poi arrivasse una richiesta di sgombero», dice Yorgos Vichas, «ce lo aspettavamo: ma la tempistica e le modalità con cui ciò è avvenuto sono inaccettabili. La nostra assemblea aveva posto come condizione per lasciare lo spazio – e ottenuto – l’identificazione di una sede alternativa. Una soluzione facile da trovare, perché non ci servono grandi superfici. Ma quando ho chiesto notizie in proposito al rappresentante di Ellenikò S.A., mi ha risposto che quello del trasferimento è un nostro problema. Nel frattempo, il governo tace: nessuno ci ha informato di niente. Nessuno si è interessato. E tutto questo ci fa pensare che la vera intenzione sia quella di farci smettere di operare, di provocare la nostra “morte improvvisa”»: un’espressione che in Grecia si usa per indicare una chiusura repentina e imprevista, diventata purtroppo molto comune negli anni del Memorandum, che hanno visto la sparizione di centinaia di migliaia di imprese di ogni genere e tipo.
A conferma di questa ipotesi, secondo Vichas, c’è anche il taglio della corrente elettrica verificatosi venerdì scorso e protrattosi per alcune ore: «un altro esempio allarmante dell’indifferenza con cui Ellinikò S.A. ci sta trattando. Sanno bene che conserviamo nei frigoriferi farmaci molto costosi (antitumorali, vaccini, insulina, etc.), e per questo in analoghe precedenti occasioni ci hanno sempre avvertiti, consentendoci di organizzarci. Cosa che questa volta, invece, non è accaduta».
Una realtà scomoda
Se le ragioni che spingono Ellinikò S.A. a pretendere lo sgombero e a esercitare pressioni rendendo la vita difficile all’Ambulatorio sono molto chiare, meno scontato appare l’atteggiamento del governo greco: ma come ricorda Yorgos Vichas, «non bisogna trascurare il ruolo che abbiamo svolto da quando esistiamo, prima nei confronti dell’esecutivo Samaras-Venizelos, poi rispetto a quello di Syriza-ANEL, che ha largamente deluso le nostre speranze. L’Ambulatorio, infatti, ha sempre denunciato con forza le gravissime carenze del Sistema Sanitario Nazionale, le conseguenze sulla vita di milioni di persone dei tagli draconiani imposti dalle politiche di austerità e dell’esclusione dalle sue prestazioni. In Grecia e all’estero abbiamo continuato a dire la verità sulla situazione reale della sanità greca – documentandola dati alla mano –, mentre il governo vuol far credere che sia molto migliorata. E abbiamo lottato fin dal primo momento – come stiamo ancora facendo – insieme a chi si oppone alla privatizzazione dell’area di Ellinikò».
«Anche in Europa», rammenta Vichas, «abbiamo dato parecchio fastidio». Per citare solo un esempio, nel 2015 l’Ambulatorio ha rifiutato il Premio del Cittadino Europeo assegnatogli dal Parlamento dell’Unione, dichiarando pubblicamente, tra l’altro: “Sarebbe del tutto ipocrita ricevere questo riconoscimento mentre l’Europa finge di non vedere i bambini malnutriti, i malati di cancro non assicurati che muoiono, le storie delle famiglie che soffrono la fame e di tutti quelli che stanno vivendo senza cibo, senza acqua ed elettricità per un altro anno”.
L’attenzione alla comunicazione, l’impegno nell’informazione e nella denuncia è stato fin dall’inizio un tratto forte e distintivo dell’Ambulatorio di Ellinikò. Ma ancor più grande e importante è il lavoro svolto dalle sue volontarie e dai suoi volontari – oltre duecento persone, tra medici, paramedici e “semplici” cittadine/i – in ambito medico.
Un esempio di solidarietà auto-organizzata eccellente
Dalla fine del 2011 a oggi, infatti, l’Ambulatorio ha curato 7.366 persone, effettuando 64.025 visite. E attualmente, dice Yorgos Vichas, «tra 700 e 1.000 pazienti ricevono ogni mese da noi le medicine di cui hanno bisogno. Se poi si contano anche le prestazioni degli psichiatri, dei neurologi e dei due servizi di medicina preventiva recentemente attivati, e se aggiungiamo anche i molti pazienti “occasionali”, il numero di chi usufruisce dell’Ambulatorio è ancora più grande.
Ma l’attività di una delle due iniziative di solidarietà auto-organizzate in ambito medico più grandi di tutta la Grecia (con quella di Salonicco) è andata anche oltre: come sottolinea l’assemblea dei suoi membri, “Siamo stati pionieri nel riciclo dei farmaci, attivando “un circuito virtuoso” tra chi non usa più medicine che ha in casa e i pazienti che invece ne hanno bisogno e non riescono a procurarsele. Una pratica che ha prodotto inoltre un significativo risparmio e ridotto gli sprechi. Grazie a queste e altre donazioni, poi, abbiamo potuto dare supporto ad altre “cliniche” e farmacie sociali, a ospedali pubblici, servizi sociali, strutture che assistono disabili, bambini e senzatetto fornendo loro medicine, apparecchiature mediche e beni di consumo [siringhe, garze, latte artificiale, pannolini per bambini, etc.: un elenco troppo lungo per poterlo, qui, esaurire, ndr]. Senza dimenticare il sostegno offerto alle rifugiate e ai rifugiati”: da quelli accampati per mesi, nel 2015-16, nel porto del Pireo ai “residenti” nelle due strutture di Ellinikò (una “ufficiale”, l’altra “informale”) e a quelli ospitati in diversi luoghi di accoglienza auto-organizzati di Atene e dintorni. “Chiunque si sia rivolto a noi, ha sempre trovato porte aperte e aiuto immediato. E tutto ciò, senza accettare finanziamenti dallo Stato e dall’Unione Europea, né – direttamente – denaro, ma basandoci solo sulle donazioni di farmaci e altri “beni” e strumenti da parte di migliaia di persone e realtà solidali, in Grecia e all’estero”. È per tutte queste ragioni che ci hanno fatto visita centinaia di giornalisti solidali di ogni parte del globo, gruppi di universitari e collettivi intenzionati a creare iniziative simili, interessati a capire “come facciamo quel che facciamo”.
“Diciamo no allo sgombero, e ci prepariamo a lottare”
Convocata d’urgenza giovedì scorso, appena ricevuta la lettera di Ellinikò S.A., l’assemblea dell’Ambulatorio ha iniziato a organizzarsi per impedire lo sgombero e la chiusura. Attraverso un primo comunicato, le volontarie e i volontari che lo gestiscono hanno fatto sapere che non hanno alcuna intenzione di andarsene, in mancanza di alternative concrete.
Scrivono infatti, tra l’altro: “Come volontarie/i che conoscono l’umanità e la solidarietà, e consapevoli della necessità che l’ambulatorio sociale continui a operare, l’assemblea ha deciso che non cederemo in assenza di una soluzione che garantisca il pieno funzionamento della struttura. Nessuno di noi potrebbe guardare negli occhi i nostri pazienti se accettassimo questa sconfitta. Non chiuderemo l’Ambulatorio di Ellinikò, non accetteremo di abbandonare la sua sede, e resisteremo a ogni tentativo di impedirci di accedervi finché non sarà stata trovata una soluzione adeguata. Il nostro primo obbligo è stato, e sarà sempre, quello nei confronti dei nostri pazienti. Non resteremo passivamente a guardare la distruzione di sette anni di sforzi e lavoro, così come quella dei farmaci e degli altri strumenti e materiali necessari ai nostri pazienti, per un valore pari a centinaia di migliaia di euro. Li abbiamo raccolti per distribuirli a chi ne ha bisogno, non per lasciare che diventino spazzatura, con le conseguenze che questo comporta per la salute e la vita di chi ne ha bisogno. Tutti coloro che stanno decidendo la “morte improvvisa” del nostro Ambulatorio si assumeranno le proprie responsabilità”.
La prima azione decisa dall’assemblea dell’Ambulatorio è una conferenza stampa a metà giugno. E, anticipa Yorgos Vichas, «stiamo pensando di lanciare una campagna a nostro sostegno. In queste ultime ore abbiamo cominciato a informare le tante persone e realtà che ci sono state vicine in questi anni, in Grecia e all’estero, di quel che sta capitando: in risposta ci stanno già arrivando molti messaggi e annunci di prossime iniziative. La solidarietà, per noi, è sempre stata fondamentale. Crediamo che ci aiuterà a vincere anche questa lotta».
Chi volesse già esprimerla (come ci auguriamo faranno in molte/i) può scrivere un messaggio via mail all’indirizzo dell’Ambulatorio (mkiellinikou@gmail.com) o un post sulla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/mkiellinikou).
L’Ambulatorio chiede che si scriva anche mail di protesta contro lo sgombero con la richiesta di fornire una collocazione alternativa adeguata a:
Mrs. Soultana Spyropoulou, Helliniko S.A., info@hellinikon.com
Mr. Euclides Tsakalotos, Minister of Finance, minister@minfin.gr
Mr. Alekos Flabouraris, Minister of State, ypep.co@ypep.gr
Office of Prime Minister, Mr. Alexis Tsipras primeminister@ primeminister.gr
Sito realizzato con SPIP 2.1.1 + AHUNTSIC
Immagini utilizzate nel sito, quando non autonomamente prodotte: