Lo faremo con convinzione perchè:
siamo femministe ed in quanto tali vogliamo essere in tutti i luoghi dove sia possibile denunciare la ferocia delle strutture di potere che vogliono governare a loro favore i corpi, le relazioni sociali, la vita di ciascuna e di ciascuno;
riteniamo che la violenza maschile sulle donne renda evidenti due aspetti contraddittori ma indissolubilmente legati: se le donne sembrano aver introiettato la dimensione della libertà come cifra del loro vivere, le strutture materiali e culturali - da quelle istituzionali fino a quelle affettive - continuano ad essere presidi dell’inferiorizzazione femminile finalizzata al mantenimento di una dinamica di potere sessista e in cui l’appartenenza al sesso biologico appare ancora determinante. Per questo manifestare contro tale violenza vuol dire lottare contro ogni forma di oppressione e di subalternità;
desideriamo che le donne rioccupino lo spazio della politica con le loro voci e con i loro corpi e che lo facciano in forma collettiva, in modo da proporre una narrazione del conflitto in cui tutte possano riconoscersi;
pensiamo che sia cosa buona rendere visibile la presenza di reti collettivi, gruppi, associazioni che lottano per la libertà e l’ autodeterminazione di tutte e di ciascuna;
vorremmo sentirci in sintonia con le donne di altre paesi - pensiamo alla Grecia, alla Spagna, alla Polonia - che in questi mesi hanno manifestato per affermare il diritto di scelta delle donne e per impedire che venisse rimesso in discussione il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza.
IFE Italia
20 novembre 2016
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