Nella prima parte abbiamo ripreso, sollecitate dalla breve introduzione di Ada Donno, la definizione di fondamentalismi, al plurale, sottolineando e riprendendo l’intenzione di non limitarsi ad affrontare quello religioso, che oggi appare in primo piano. La lettera costruita (..) dopo l’incontro di Firenze non è apparsa sufficientemente chiara da questo punto di vista. Perciò vengono proposte alcune aggiunte, non sostanziali, per chiarire questo punto ( ....). Il discorso sui fondamentalismi si è definito negli incontri precedenti come “analisi critica delle appartenenze”: di qui la necessità di esplicitare le appartenenze e di riconoscere il carattere plurale dell’identità. La libertà delle donne come misura della libertà di tutti è il secondo polo della riflessione. Si è detto anche che le donne che ci interessa invitare non sono quelle che ci possono “raccontare” le situazioni in cui i fondamentalismi contrastano la libertà delle donne, ma quelle che su questo tema hanno riflettuto o costruito esperienze di resistenza. Importante è che ci poniamo tutte alla pari, senza pretendere di dare lezioni o di dettare legge.
E’ stata introdotta l’esigenza di un approccio storico: la storia recente, dagli anni ’70, va ripercorsa, per esempio per quanto riguarda il Medio Oriente, perché ha rappresentato il contesto di una crescita dell’integralismo e di una riduzione delle libertà delle donne che è bene avere presente se se ne vogliono capire gli sviluppi odierni. Un passaggio utile nel percorso da qui al Seminario è la redazione di una sorta di “Griglia di lettura”: che cosa intendiamo per fondamentalismi/integralismi, quali le connessioni fra i diversi fondamentalismi, religioso, tecnologico, economico. La stesura della griglia sarà lavoro delle prossime settimane, via mail (...).
Una prima ipotesi di struttura del Seminario è stata formulata nell’ultima parte della riunione. Se ne confermano in primo luogo le caratteristiche di incontro di riflessione e di scambio, a inviti. Si è pensato poi a una articolazione per sessioni, aperta ciascuna da 2-3 relazioni, non a una divisione per gruppi. Questa la proposta: 1.a sessione: analisi storica, con relazioni da affidare a un’italiana (....) e a una “straniera”(sono stati fatti alcuni nomi fra cui un’iraniana che vive in Italia); 2.a sessione: sui fondamentalismi religiosi, ovviamente quello cattolico, ma anche quello islamico, discussione aperta su una terza relazione, si è parlato del fondamentalismo delle sette in America latina ed ancora di più negli Stati Uniti, o del nesso fra protestantesimo e fondamentalismo del mercato; 3.a sessione: sugli altri fondamentalismi, quello del mercato, quello tecnologico-scientifico; 4.a sessione: sulle pratiche di resistenza e sulle alternative. La discussione sulle due ultime sessioni richiede un’ulteriore riflessione più approfondita (non che quella sulle prime due possa dirsi completa…) Si è posto anche il problema delle lingue in cui tradurre la lettera, scelta collegata alle lingue di cui si potrà curare la traduzione nel corso del seminario (problema da risolvere: si è proposto un contatto con la Scuola di mediazione linguistica internazionale, i cui allievi potrebbero essere coinvolti). La lettera sarà quindi tradotta soltanto in inglese e in francese. La data proposta per il seminario sono i giorni 3-4 dicembre, il luogo Roma, Casa internazionale delle donne.
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