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"(...) Sarah Kane si situa nel gruppo eterogeneo di drammaturghe e drammaturghi che aveva precise e profonde radici nel contesto storico dei difficili anni ’80 di Margaret Thatcher, ovvero gli anni dell’avvento di un liberismo dalla feroce impronta di classe (la sconfitta della lotta dei minatori ne fu il simbolo più drammaticamente evidente), nell’esaltazione di un individualismo sfrenato, con utilizzo della violenza di Stato. (...) Siamo convinte che ricordare la durezza degli anni ‘80 sia molto utile nel frangente odierno nel quale, ora come allora, si sta prefigurando una nuova fase del sistema capitalista. Una nuova fase che mostra con ancor più virulenza, l’impronta di classe, rimette al centro della scena politica un preoccupante nazionalismo a forte matrice omofoba e razzista e postula di nuovo la guerra come ridisegno di egemonie e poteri."
"(...) Combattere la violenza contro le donne significa prima di tutto riconoscere il radicamento del sistema di dominio patriarcale che attraverso simboli e atti annienta tanto le donne quanto tutt* coloro che si discostano dal binarismo di genere e dall’eteronormatività."
"(...) Da parte nostra saremo in questa piazza da femministe intersezionali, non in funzione ancellare, materna, infermieristica stile Grande Guerra o di eterne subordinate da seconda fila, ma per esprimere una soggettività matura e collettiva che indica una via precisa: una politica economica non dissennatamente estrattiva ed espansiva, un’occupazione non fondata sul riarmo e l’industria bellica, un lavoro liberato da profitto e sfruttamento, che colga il nesso inscindibile fra produzione e riproduzione, una cultura capace di decolonizzare le menti e rigettare l’ondata omofoba e transfobica, un pensiero che ritrovi l’utopia necessaria a dare un senso alla pratica. Lo saremo con gli occhi ben aperti, consapevoli che non basta invocare il cambiamento se non si è in grado di cambiare se stesse e se stessi. (..)"
fonte: https://transform-italia.it/ci-sono...
Immagine: dal film "Niente di nuovo sul fronte occidentale" (remake del 2022)
Non parteciperemo alla manifestazione del 15 marzo!
Heidi Meinzolt è un’attivista femminista e pacifista tedesca. E’ stata membra del Comitato Esecutivo del Partito Verde Europeo dal 1992 al 1998. Ha lasciato il partito nel 2000. Dagli anni ‘80 fa parte del Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF).
"La fase che si è aperta dopo la lunga turbolenza seguita alla crisi del 2008 e alla pandemia, è segnata dal predominio del capitale finanziario che lascia il campo a un nuovo scontro interimperiale, alta inflazione ed emergenza climatica. (...) "
" (...) Forse è il momento di prendere le distanze da queste passioni per capire come funzionano, ma anche per trovare passioni nostre: il desiderio di una libertà condivisa equamente; di un’uguaglianza che realizzi le promesse democratiche; di riparare e rigenerare i processi vitali della Terra; di accettare e affermare la complessità delle nostre vite all’interno dei nostri corpi; di immaginare un mondo in cui il governo sostenga la salute e l’istruzione per tutti, in cui tutti possiamo vivere senza paura, sapendo che le nostre vite interconnesse hanno ciascuna uguale valore."
Pubblichiamo "l’intervento che Paola Guazzo ha preparato per la “Scuola femminista” del Partito della Sinistra Europea che si è tenuto il 31 gennaio e l’1 e il 2 febbraio 2025 a Córdoba, presso la Facoltà di Lettere e filosofia. Uno scritto che si conclude con un anelito di speranza che auspica resistenza e lotta : “Ecco, io penso che una rete di resistenza femminista ai neofascismi e neofondamentalismi, base ideologica patriarcale dei conflitti, potrebbe essere utile da avviare anche a partire dal nostro incontro. Non partiamo sconfitte in partenza. Possiamo ancora vincerla, la nostra guerra”. Ci sembra un auspicio quanto mai opportuno."
Mai più deve essere mai più per nessuno!
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