QUESTO SITO UTILIZZA COOKIES DI TERZE PARTI. CONTINUANDO A USUFRUIRE DEL SITO SI ACCETTA.
CLICK QUI PER SAPERNE DI PIU’
Chi siamo: Click qui sopra (sul titolo "Eccoci!") per il report del Seminario fondativo, i desideri di IFE Italia, la nuova IFE Italia, il nostro Manifesto Femminista
IFE Italia è anche su FACEBOOK con il gruppo
IFE ITALIA
PER CONTATTI SCRIVERE ALL’INDIRIZZO: ife.italia2012@gmail.com
"Abbiamo pensato che possa essere utile dare qualche informazione sulle condizioni di vita nella Russia di Putin. E’ nostra convinzione che attraverso la conoscenza della realtà si possono evitare sia la tendenza a considerare la Russia un nemico sia quella che non vuole vedere la repressione di chi si oppone alla guerra e rivendica il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni in Russia. Per questo condividiamo il link di un articolo che Raffaella Chiodo Karpinsky, conoscitrice di questa realtà, ha scritto per il quotidiano “Avvenire”. L’articolo di oggi riguarda il coraggio delle donne che manifestano per la pace."
Nella rubrica "Intersezioni femministe" in Transform!Italia" di questa si parla di fantascienza e di alcune scrittrici sovietiche che bne hanno scritto. La fantascienza femminista e queer, ricorda Giuliana Misserville , vincitrice del Premio Italia 2025 per la saggistica di science fiction con il saggio Ursula K. Le Guin e le sovversioni del genere (Asterisco, 2024) mette in gioco “relazioni intense nel senso sviluppato dalla teoria degli affetti di matrice femminista che mette al centro della sua indagine non i soggetti ma le loro interazioni, con la convinzione che tutte le modalità dei rapporti che gli affetti instaurano creino l’ambiente, l’ecosistema, in cui ci muoviamo e di cui non sempre percepiamo la dimensione politica.”
Ispirazioni, Seminari annuali, Manifesto Femminista, Analisi e riflessioni.
In un Albero la storiua di IFE italia.
"E non finisce mica il cielo"....
Le femministe che hanno ispirato il nostro pensiero e la nostra azione.
"(...) Ai paradossi crudeli della guerra “giusta” e “umanitaria” ora si aggiunge quello della guerra “necessaria alla difesa” come sostenuto da tutto il mainstream comunicativo, rigorosamente embedded. Ma si va addirittura oltre, tragicamente. Nella democratica piazza dello scorso 15 marzo fra lo sventolio delle bandiere blu della UE, qualcuno è addirittura tornato a esaltare la grandezza della cultura e quindi della civiltà occidentale. Una civiltà da difendere a prescindere. Affermazioni che, consapevolmente o meno, rischiano di portare acqua al mulino della narrazione colonialista, razzista e rigorosamente bianca delle destre attualmente in ascesa. (...)"
Il 12 e il 13 aprile IFE Italia si incontra a Lodi per definire le proosime tappe di un percorso collettivo che, con alti e bassi, dura dal 2008.
Immagine: locandina realizzata da Anìta Giuriato.
"(...) Sarah Kane si situa nel gruppo eterogeneo di drammaturghe e drammaturghi che aveva precise e profonde radici nel contesto storico dei difficili anni ’80 di Margaret Thatcher, ovvero gli anni dell’avvento di un liberismo dalla feroce impronta di classe (la sconfitta della lotta dei minatori ne fu il simbolo più drammaticamente evidente), nell’esaltazione di un individualismo sfrenato, con utilizzo della violenza di Stato. (...) Siamo convinte che ricordare la durezza degli anni ‘80 sia molto utile nel frangente odierno nel quale, ora come allora, si sta prefigurando una nuova fase del sistema capitalista. Una nuova fase che mostra con ancor più virulenza, l’impronta di classe, rimette al centro della scena politica un preoccupante nazionalismo a forte matrice omofoba e razzista e postula di nuovo la guerra come ridisegno di egemonie e poteri."
"(...) Combattere la violenza contro le donne significa prima di tutto riconoscere il radicamento del sistema di dominio patriarcale che attraverso simboli e atti annienta tanto le donne quanto tutt* coloro che si discostano dal binarismo di genere e dall’eteronormatività."
"(...) Da parte nostra saremo in questa piazza da femministe intersezionali, non in funzione ancellare, materna, infermieristica stile Grande Guerra o di eterne subordinate da seconda fila, ma per esprimere una soggettività matura e collettiva che indica una via precisa: una politica economica non dissennatamente estrattiva ed espansiva, un’occupazione non fondata sul riarmo e l’industria bellica, un lavoro liberato da profitto e sfruttamento, che colga il nesso inscindibile fra produzione e riproduzione, una cultura capace di decolonizzare le menti e rigettare l’ondata omofoba e transfobica, un pensiero che ritrovi l’utopia necessaria a dare un senso alla pratica. Lo saremo con gli occhi ben aperti, consapevoli che non basta invocare il cambiamento se non si è in grado di cambiare se stesse e se stessi. (..)"
fonte: https://transform-italia.it/ci-sono...
Immagine: dal film "Niente di nuovo sul fronte occidentale" (remake del 2022)
Sito realizzato con SPIP 2.1.1 + AHUNTSIC
Immagini utilizzate nel sito, quando non autonomamente prodotte: